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Correttori: funzionano

In Avimex ci impegniamo a lanciare solo i migliori prodotti e a tale scopo abbiamo analizzato, studiato e utilizzato almeno 20 prodotti della concorrenza e del mercato (sia degli Stati Uniti che dell'Europa). La conclusione è abbastanza chiara, ci sono due categorie di correttori: quelli che non correggono e quindi non funzionano e quelli che funzionano ma fanno male!

Prima di spiegare questa triste realtà, è utile considerare la definizione di tensione: cioè si definisce come l'azione di forze opposte a cui è sottoposto un corpo. Le forze opposte sono nel caso di un correttore di postura: 1- la patologia della schiena che può essere una cifosi, scoliosi o lordosi che necessita di correzione e 2- il dispositivo generalmente tessile che crea una trazione contro la patologia per correggerla. Questo richiede inevitabilmente un conflitto di forze, una statica creata dalla schiena e un'altra dinamica o controllabile esercitata dal correttore. Poiché la Seconda Legge di Newton stabilisce il livello di forza, essa sarà proporzionale alla spinta generata creando un'energia opposta, che si trasforma in disagio.

Maggiore è la spinta, maggiore è il disagio. A ciò si aggiunge che ogni forza necessita di un punto di supporto, altrimenti non potrebbe mai funzionare (qualcuno ricorda la famosa frase di Archimede che diceva "Datemi un punto di supporto e muoverò il mondo"). Questo sfortunato merito spetta alle ascelle, che sono la "leva" con cui si affrontano le forze opposte tra il correttore e la postura. Decisamente si potrebbe trovare un altro punto di supporto (come il collo, la pancia, ecc.), ma semplicemente ciò che si farebbe sarebbe spostare il disagio da un punto nevralgico a un altro. Stabilito che per leggi fisiche è impossibile evitare il disagio della forza creata nei punti di leva... è possibile attenuare questo disagio attraverso cuscinetti o elementi morbidi? La risposta è un'altra dura realtà. Posizionare un elemento che attenui il punto di leva ritarda solo il tempo di disagio, ma non il disagio né l'intensità in sé. Ciò significa che i correttori con semplici elastici inizieranno a creare disagio dopo 20-40 minuti, mentre i correttori con "zone imbottite" creeranno disagio dopo 25-50 minuti: una differenza molto limitata se si considera lo svantaggio del prezzo e del volume poco pratico. Al contrario, i correttori di postura "cinesi" (come quelli del presunto Dr. Jack Levine con fino a magneti di magnetoterapia) sono così poco efficaci nel correggere che non riescono a fare male solo per il loro scarso rendimento e non per qualche vantaggio strategico.

Per questo motivo, il marchio Pura+ ha lanciato diversi correttori "semplici", poiché accetta umilmente che creare zone di presunto "imbottitura" influisce solo sul portafoglio, ma non sull'effetto finale di soddisfazione del consumatore. L'unico vero consiglio praticabile ed efficace è limitare l'uso del correttore di postura a un'ora per sessione, per evitare i disagi inevitabili.

Pubblicato da Luca Cascianini
(Direttore Tecnico - Nuovi Prodotti Avexim Fashion & Health Group)

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